Niente sumero: scherzavo (vd. infra).
Questi signori:
si configurano per ora come la cosa più adatta da ascoltare ‘in the furthest hours of the deep dark night‘ (cit.), soprattutto mentre scrivi. (E quando, a prescindere dalla colonna sonora, scrivi cose che comprendono le parole ‘chirottero’, ‘intercalare’ e ‘Minosse’, capisci – per parafrasare la sentenza di Barbey d’Aurevilly davanti ad À rebours – che ti rimangono solo due opzioni, l’accademia di Svezia o la camicia di forza).
A domani – to the furthest hours of the fresh bright morning – spassionati commenti sul fenotipo dei bravissimi Dirty Three. In accadico, chiaramente.